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dicembre 31, 2014

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dicembre 23, 2014

COME SI PRODUCE L'ENERGIA ELETTRICA

È evidente l’importanza che assume agli effetti dello sviluppo della vita civile ed industriale di una regione la disponibilità di energia in una forma facilmente trasformabile in calore, in lavoro meccanico, in energia chimica, in luce o in altre richieste utilizzazioni. Allo stato attuale una delle forme di energia che meglio si presta alle esigenze suddette è l’energia elettrica per la sua facilità di trasformazione, per la possibilità di trasmissione a lunghissime distanze, per la sua facile divisibilità e per la sua affidabilità. Pertanto, la maggior parte delle energie economicamente utilizzabili vengono trasformate in energia elettrica o immediatamente alla sorgente o dopo un trasporto nella loro
forma originale, verso i centri di utilizzazione. Dato che ancora i generatori magnetofluidodinamici (nei quali si ha una conversione diretta da energia termica e meccanica in energia elettrica) sono in fase di ricerca, si può senz'altro affermare che la totalità dell’energia elettrica prodotta nelle centrali elettriche è dovuta agli alternatori. Le centrali si classificano in base all'energia primaria utilizzata; le forme di energia primaria oggi economicamente utilizzabili sono:
-  Energia Idraulica, utilizzata dalle centrali Idroelettriche 
-  Energia Termica, utilizzata delle centrali Termoelettriche 
-  Energia Eolica,  sfruttata in zone battute dal vento lontano dalle altre centrali
-  Energia da Biomasse, anch'essa utilizzata  dalle centrali Termoelettriche
-  Energia Solare, utilizzata dalle centrali a Specchi Solari, e Pannelli fotovoltaici
-  Energia Nucleare, che non appartiene alle forme di energia primaria

CENTRALE  IDROELETTRICA
Ad eccezione delle centrali fotovoltaiche, le altre centrali sono dotate di Turbine, Alternatori, o Dinamo elementi fondamentali per la produzione dell'energia elettrica.
La turbina è una macchina rotante che sfrutta l’energia cinetica provocata dal vapore in pressione o da un getto d’acqua per generare la rotazione di un albero.

TURBINA

L’alternatore è una macchina che, posta in rotazione dalla turbina, genera energia elettrica.


ALTERNATORE


La dinamo è un generatore di energia elettrica come l’alternatore, essa però genera energia in tensione continua mentre l’alternatore genera energia in tensione alternata.
- continua= valore costante nel tempo
- alternata= valore che cambia nel tempo alternando i valori elle estremità dei conduttori



LE UNITA’ PRINCIPALI DI MISURA
Potenziale elettrico (Volt)
Unità di misura della differenza di potenziale elettrico e della forza elettromotrice, simbolo V, pari alla differenza di potenziale alle estremità di un conduttore che, percorso dalla corrente di 1 ampere, dissipa la potenza di 1 watt. (chiamata anche tensione)
Intensità di corrente (Ampere)

L'intensità di corrente I è definibile come la quantità di carica elettrica che attraversa una sezione di un conduttore nell'unità di tempo. L'intensità di corrente è una grandezza scalare, l'unità di misura è l'ampere (A) e si misura con l'amperometro.
Potenza (Watt)

In fisica, la potenza quantifica il trasferimento, la produzione e l'utilizzo dell’energia. È definita operativamente come la variazione di lavoro nell'unità di tempo.
Nel SI la potenza si misura in watt, come rapporto tra unità di energia in joule e unità di tempo in secondi.


STRUMENTI DI MISURA

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dicembre 20, 2014

LE CENTRALI IDROELETTRICHE


Nella maggior parte conseguente a salti di grandi portate d’acqua fluente o accumulata in serbatoi (o bacini); eccezionalmente derivante da spostamenti di grandi masse d’acqua per effetto delle maree. In entrambi i casi la conversione in energia elettrica deve avvenire nelle vicinanze delle sorgenti di energia. Nelle centrali ad acqua fluente si sfruttano grandi portate d’acqua con piccoli valori di salto geodetico. Si utilizzano particolari turbine idrauliche
(Francis e Kaplan), che funzionano meglio a basse velocità. Ne consegue che gli alternatori accoppiati hanno un elevato numero di coppie polari (generalmente 8 o 16). Le centrali a serbatoio utilizzano invece l’energia potenziale di masse d’acqua immagazzinata in opportuni bacini (naturali o artificiali); di solito funzionano con piccole portate e con elevati salti geodetici. Di regola si utilizza come turbina idraulica una turbina Pelton, che funziona meglio ad alte velocità. Ne consegue che gli alternatori accoppiati hanno un piccolo numero di coppie polari (generalmente 2, 3 o 4). La presenza del bacino consente a queste centrali di erogare energia nei periodo di tempo più opportuni. Inoltre la turbina Pelton si presta meglio di quelle termiche a rapide e continue variazioni di carico. Si noti che tutte le centrali idroelettriche, benché in parte dipendenti dagli eventi meteorologici, non danno luogo a costi per il “combustibile”. Il costo di impianto delle centrali nuove è tuttavia crescente a causa dell’esaurimento dei siti facilmente sfruttabili.




dicembre 20, 2014

LE CENTRALI TERMOELETTRICHE

L'energia termica eccezionalmente di natura geotermica (soffioni boraciferi), nel qual caso è indispensabile la conversione presso la sorgente;
CENTRALE GEOTERMICA


Generalmente invece ottenuta con la combustione di combustibili fossili solidi, liquidi o gassosi (carbone, petrolio, nafta, metano, gas naturale) sia nei pressi delle sorgenti, sia vicino ai centri di utilizzazione.
CENTRALE TERMICA A COMBUSTIBILE


 In fase contrastata di impiego è la produzione di energia termica derivante dall'utilizzo della fissione nucleare, energia di costo molto variabile. In fase di studio è la produzione di energia termica derivante dall'utilizzo della fusione nucleare, di cui però non si è in grado, allo stato attuale delle conoscenze, di individuare la data del suo utilizzo industriale.
CENTRALE NUCLEARE

Il calore sviluppato dal combustibile viene in ogni caso sfruttato mediante turbine a vapore o turbine a gas, l'acqua pressurizzata viene scaldata a temperature molto elevate, il vapore generato si espande nelle turbine che funzionano da motore nei riguardi dei turboalternatori. Le turbine termiche funzionano meglio ad alte velocità, per cui i turboalternatori hanno un numero molto ridotto di coppie polari (1 o 2). Per la loro grande inerzia termica, occorrono alcune ore per la loro messa in marcia. A differenza delle centrali idroelettriche, le centrali termoelettriche presentano il vantaggio di un regime di produzione indipendente da fattori stagionali, adattandosi flessibilmente alle esigenze del consumo. Tuttavia, per tutte le centrali termiche, con l’eccezione di quelle geotermiche, occorre tenere conto che, oltre al costo di costruzione, vi è un costo di esercizio dovuto al consumo di combustibile. Inoltre, è bene ricordare che questo tipo di centrale è caratterizzato da un notevole impatto ambientale: all'immissione in atmosfera dei prodotti della combustione e allo smaltimento delle scorie (ceneri, bitumi, ecc.) in discarica, si aggiunge l’inquinamento termico provocato dalle acque di scarico degli scambiatori di calore



dicembre 20, 2014

CENTRALI EOLICHE E CENTRALI DI BIOMASSE





















Utilizzata per la produzione di modeste quantità di energia elettrica in zone battute dai venti per la maggior parte dell’anno, lontano da altre centrali elettriche: è evidente l’aleatorietà di questo tipo di produzione, che però rappresenta attualmente la più importante e promettente fonte alternativa a quelle convenzionali. Il modulo base di una centrale eolica è il generatore eolico. Questa apparecchiatura è composta da un'elica (o al limite una singola pala) collegata ad un albero al quale è collegato il generatore di corrente.


PARTICOLARE DELLE PALE EOLICHE



















LE CENTRALI ELETTRICHE DI BIOMASSE










Queste centrali utilizzano energia ottenibile utilizzando razionalmente materiali di rifiuto prodotti da uomini, animali e vegetali. L’utilizzo può avvenire a mezzo di combustione diretta o per combustione dei prodotti gassosi della fermentazione (principalmente metano).



dicembre 20, 2014

LE CENTRALI SOLARI

Le centrali solari termiche utilizzano come principio di base quello delle centrali termiche classiche, anche in questo caso la differenza sta nel metodo in cui viene scaldata l'acqua della caldaia.
La centrale solare termica può essere formata da campi di concentratori parabolici lineari, che riscaldano il fluido all'interno di condotti, oppure da una superficie nella quale sono posti centinaia di specchi che concentrano i raggi solari in unico punto centrale (detto fuoco) nel quale si trova la caldaia.
Le centrali solari termiche consentono limitate produzioni di energia elettrica

CENTRALE SOLARE TERMICA


Le centrali solari basate su pannelli fotovoltaici convertono direttamente l’energia solare in corrente elettrica continua sfruttando l’effetto fotovoltaico delle celle che costituiscono i pannelli.
La tensione elettrica continua prodotta dai pannelli viene convertita in alternata mediante un dispositivo elettronico detto inverter prima di essere immessa nella linea trasmissiva mediante un trasformatore elevatore di tensione.


CENTRALE FOTOVOLTAICA
LA CELLA FOTOVOLTAICA
Una cella fotovoltaica è costituita da materiale semiconduttore opportunamente trattato in relazione alla struttura atomica e alla relativa conduzione di corrente elettrica


 MATERIALE ISOLANTE
Gli elettroni di valenza non si possono allontanare dall'atomo in quanto sono bloccati dalla banda di valenza (banda = stato energetico)


MATERIALE CONDUTTORE
Gli elettroni di valenza sono liberi di muoversi e il loro movimento, provocato da un campo elettrico, origina la corrente elettrica. La banda di valenza e la banda di conduzione sono sovrapposte.

 MATERIALE SEMICONDUTTORE
Gli elettroni di valenza non si possono muovere come negli isolanti, ma la differenza energetica esistente fra banda di valenza e di conduzione è piccola, pertanto gli elettroni possono passare con facilità nella banda di conduzione se ricevono energia dall'esterno.
Tale energia può essere fornita dalla luce (effetto fotoelettrico). Grazie all'effetto fotoelettrico un semiconduttore diventa conduttore, ma non generatore elettrico!

COME OTTENERE UN GENERATORE ELETTRICO
L’atomo di silicio ha 4 elettroni di valenza.
L’atomo di fosforo ha 5 elettroni di valenza.
Inserendo atomi di fosforo fra quelli di silicio si crea una struttura avente un elettrone disponibile per la conduzione. Nel silicio si crea quindi un eccesso di cariche negative (elettroni) e si dice che esso è drogato negativamente (N). L’atomo di boro ha 3 elettroni di valenza. Inserendo atomi di boro fra quelli del silicio si crea una struttura con zone in cui manca un elettrone (lacune), ossia zone con mancanza di carica negativa. Tutto avviene come se fosse presente una carica positiva. Si dice che il conduttore è drogato positivamente (P). La lacuna può essere colmata da un elettrone che si sposta da un atomo vicino formando a sua volta una lacuna. Lo spostamento di elettroni in un verso corrisponde allo spostamento di lacune nel
verso opposto. Mettendo a contatto la zona drogata positivamente con quella drogata negativamente si ottiene la cosiddetta giunzione P-N.

GIUNZIONE P-N
La regione N ha un eccesso di elettroni. La regione P ha un eccesso di lacune. Nella giunzione P-N gli elettroni si diffondono naturalmente dalla regione ad alta densità (N) a quella a bassa densità (P), creando un accumulo di carica negativa nella regione P.
Analogamente avviene per le lacune, con formazione di accumulo di lacune (cariche positive) nella regione N.
In sostanza, a ridosso della zona di giunzione si stabilisce un campo elettrico Ei  interno alla giunzione, il quale, una volta raggiunta la situazione di equilibrio, si oppone alla ulteriore naturale diffusione di cariche. Applicando dall'esterno una tensione U, la giunzione permette il passaggio della corrente in un solo senso, funzionando come un diodo.Tale situazione viene attuata dall'effetto fotovoltaico. La luce fornisce infatti agli elettroni l’energia sufficiente (fotoni) per passare dalla banda di valenza a quella di conduzione. L’elettrone, passando nella banda di conduzione, determina una lacuna. Le cariche elettriche sono messe in moto dalla differenza di potenziale presente nella giunzione P-N.

CELLA FOTOVOLTAICA


















dicembre 18, 2014

ORGANI DI MANOVRA E PROTEZIONE NELLE CENTRALI ELETTRICHE


La trasmissione di energia elettrica è il passaggio intermedio tra la produzione e la distribuzione agli utilizzatori dell'energia elettrica.
Lo scopo è quello di portare l'energia dalle centrali elettriche fino ai luoghi di utilizzo, città e zone industriali, che possono essere distanti decine o centinaia di chilometri.
La posizione geografica delle centrali è infatti obbligata nel caso di impianti idroelettrici geotermici o eolici. Oltre agli elettrodotti, operanti a tensioni di centinaia di migliaia di volt in corrente alternata o continua la rete di trasmissione comprende…
INTERRUTTORI
Gli interruttori consentono la chiusura e l’apertura di una linea sotto carico anche in condizioni di cortocircuito. Il loro simbolo, per la versione azionata dall'operatore, è quello di figura 1.a. Il simbolo di figura 1.b si riferisce invece, alla versione automatica, il cui funzionamento è asservito all'intervento di un sistema di protezione (con sensori, relè o altro).


Fig. 1 -Simboli dell'interruttore azionato manualmente (a) e dell'interruttore automatico (b)


In base alle operazioni che sono in grado di compiere, gli interruttori sono distinti in: 

− INTERUTTORI: sono in grado di stabilire, condurre ed interrompere la corrente in condizioni normali del circuito ed anche di stabilire, condurre per un tempo determinato ed interrompere la corrente in determinate condizioni anormali come quelle di cortocircuito. Possiedono due posizioni stabili di funzionamento (aperto e chiuso) nelle quali possono permanere in assenza di azioni di comando esterne.

− INTERRUTTORI DI MANOVRA: sono in grado di stabilire, condurre ed interrompere la corrente in condizioni normali del circuito, comprese eventualmente specificate condizioni di sovraccarico in servizio. Possono essere in grado di stabilire e di condurre per una durata specificata la corrente in condizioni di cortocircuito, ma non sono in grado di interromperla. Possiedono due posizioni stabili di funzionamento (aperto e chiuso) nelle quali possono permanere in assenza di azioni di comando esterne.
All'apertura di una rete sotto carico si manifesta quasi sempre un arco elettrico che tende a conservare la continuità della corrente. Generalmente gli interruttori sono costruiti in maniera tale da non impedire la formazione dell’arco, la cui presenza limita le sovratensioni induttive, ma nel contempo provvedere alla sua estinzione in tempi brevi (dell’ordine dei millisecondi) ed impedirne il riadescamento a manovra conclusa.

TELERUTTORI (O CONTATTORI)
Sono dimensionati per interrompere le sole correnti di normale esercizio, con esclusione di quelle di cortocircuito. Sono caratterizzati da una unica posizione stabile di funzionamento che è
quella di aperto. Nella posizione di chiuso possono permanere solo in presenza di una azione di comando, generalmente di tipo elettromagnetico. Confrontato con un interruttore di uguale corrente nominale, un contattore presenta, dunque, struttura più semplice, dimensioni ridotte e costo sensibilmente inferiore. Vengono rappresentati con il simbolo di figura 2.a, o con il simbolo di figura 2.b per il tipo automatico.

Fig. 2 - Simboli del contattore azionato manualmente (a), e del contattore automatico (b)

SEZIONATORI
Sono destinati ad interrompere la continuità elettrica per le sole linee a vuoto. I loro contatti, spesso del tipo a coltello, sono generalmente visibili e forniscono, in tal modo, una sorta di assicurazione visiva sullo stato di apertura della linea.
Il loro simbolo è quello di figura 3.a; il simbolo di figura 3.b si riferisce alla versione automatica.

Fig. 3 - Simboli del sezionatore azionato manualmente (a) e del sezionatore automatico (b)

La manovra dei sezionatori può essere effettuata a mano o con l’ausilio di azionamenti elettrico meccanici: è importante, in ogni caso, che rimanga rigorosamente subordinata, a quella degli 
interruttori (o dei teleruttori), in modo che i sezionatori operino sempre a vuoto. Nella fase di interruzione del circuito, si apre prima l’interruttore e poi i sezionatori; in quella di ripristino della continuità invece si richiudono prima i sezionatori e poi l’interruttore.

FUSIBILI
I fusibili rappresentano i più semplici e, spesso, i più rapidi dispositivi di protezione contro le sovracorrenti. Sono costituiti essenzialmente da un corto conduttore in lega a basso punto di fusione alloggiato entro un apposito contenitore. Per le loro caratteristiche intrinseche i fusibili non discriminano fra sovraccarico e cortocircuito: il tempo di intervento dipende esclusivamente dal raggiungimento del regime termico che ne determina la fusione e decresce all'aumentare della corrente. La protezione interviene interrompendo il circuito quando il calore  dissipato per effetto Joule nell'intervallo convenzionale di intervento, supera il calore di fusione.

SCARICATORI
Gli scaricatori rappresentano i più semplici dispositivi di protezione contro le sovratensioni. Nella versione spinterometrica (vedi figura 4), sono costituiti da due elettrodi affacciati posti ad una certa distanza: uno di essi fa capo alla linea da proteggere mentre l’altro è collegato direttamente a terra. Quando la tensione di linea supera la rigidità dielettrica dell’aria interposta fra le punte dello scaricatore, si verifica un arco, che costituisce la via preferenziale attraverso la quale si scarica la sovratensione: la distanza fra le punte dipende dal valore della tensione per la quale si desidera che avvenga l’innesco dell’arco.

Fig. - 4 scaricatore spinterometrico
RELE'
Il termine (adattamento fonetico dal francese “relais”) indicava, originariamente un dispositivo, con funzioni sia di protezione che di manovra, costituito, in sostanza, dall'elettromagnete EM della figura 5. In tale relè elettromagnetico, eccitato da una opportuna corrente di comando ic, la forza di attrazione sviluppata vince la resistenza di una molla antagonista M e sposta una ancora A mobile capace di operare un azionamento meccanico, ad esempio, per aprire o chiudere i contatti C.

Fig. -5 Schema di principio di un relè elettromagnetico 
Nella accezione attuale il relè designa una gamma decisamente più ampia di dispositivi, anche molto complessi, ai quali viene asservita una molteplicità di dispositivi di comando o di segnalazione, in funzione dell’andamento di una o più grandezze caratteristiche dei circuiti.

IMPIANTO DI TERRA
1. Con il termine TERRA si indica la massa del terreno assunta convenzionalmente a potenziale nullo ovunque.
2. Un DISPERSORE DI TERRA è un corpo metallico posto ad una certa profondità nel terreno, in buon contatto con questo e destinato a disperdervi eventuali correnti.
3. Il CONDUTTORE DI TERRA provvede a realizzare il collegamento fra le parti da proteggere ed il dispersore di terra.
4. Un IMPIANTO DI TERRA è costituito dall'insieme
In linea di principio, qualunque oggetto metallico che risulti posto in intimo contatto con il terreno può essere considerato un dispersore. Le Norme forniscono prescrizioni relative a qualità e dimensioni dei dispersori. Il materiale costitutivo deve essere tale da impedire un facile deterioramento dovuto all'umidità(la corrosione è responsabile di un aumento della resistenza di terra).
 I metalli comunemente impiegati sono il rame, l’acciaio rivestito di rame e i materiali ferrosi a pesante zincatura.


dicembre 16, 2014

CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI ELETTRICI IN BASE ALLA TENSIONE NOMINALE

Secondo la pratica corrente, pur se non sancita da alcuna norma, si parla di bassa, media ed alta tensione secondo il seguente criterio:
BASSA TENSIONE (BT) quando la tensione nominale è minore di 1000 V (Vn < 1000 V);
− MEDIA TENSIONE (MT) quando la tensione nominale è maggiore di 1000 V e minore di 30000 V (Vn > 1000, < 30 000 V);
ALTA TENSIONE (AT) quando la tensione nominale è maggiore di 30000 V e minore di 130000 V (Vn > 30 000, Vn < 130 000 V);
ALTISSIMA TENSIONE (AAT) quando la tensione nominale è maggiore di 130000 V (Vn > 130 000);

La norma CEI 64-8 classifica invece i sistemi elettrici in base alla tensione nominale nel seguente modo:

− CATEGORIA ZERO quando la tensione nominale è minore di 50 V in alternata o di 120 V in continua;

− PRIMA CATEGORIA quando la tensione nominale è di 50 ÷ 1000 V in alternata o di 120 ÷ 1500 V in continua;

− SECONDA CATEGORIA quando la tensione nominale è di 1000 ÷ 30000 V in alternata o di 1500 ÷ 30000 V in continua;

− TERZA CATEGORIA quando la tensione nominale è maggiore di 30000 V sia in alternata sia in continua.






dicembre 15, 2014

TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE DELL'ENERGIA ELETTRICA


Per immettere l'energia dalle centrali nella rete di trasmissione si usano trasformatori elevatori, l'energia viene prelevata dalla rete di trasmissione in apposite sottostazioni ricevitrici.
Dove i trasformatori riduttori, riducono la tensione ai valori compatibili con la rete di distribuzione.


Trasformatore elevatore trifase


                                Sottostazioni elettriche                                     


La distribuzione elettrica è l'ultima fase nel processo di consegna dell'elettricità all'utente finale dopo la produzione e la trasmissione.
Generalmente comprende linee elettriche ad alta tensione (tra i 60 e 150 kV, più raramente a 220 kV), linee a media tensione (tra i 5 e i 25 kV) e linee a bassa tensione (inferiore a 1000 V, normalmente 400 V), impianti di trasformazione AT/MT (cabine primarie), trasformatori su pali o cabine elettriche a media tensione (cabine secondarie), sezionatori ed interruttori, strumenti di misura.

Distribuzione
L’energia elettrica arriva alle stazioni ricevitrici alle porte delle città o dei distretti di distribuzione. Qui enormi autotrasformatori (con potenze che vanno dai 100 ai 400 MW) riducono la tensione secondo le esigenze della distribuzione primaria, con tensioni che possono essere di 150, 132 o 60 kV. Attraverso elettrodotti aerei o in cavo l'energia elettrica giunge negli impianti di trasformazione AT/MT, denominati cabine primarie, dove, con trasformatori di potenza compresa tra i 10 e i 60 MW, viene ulteriormente abbassata ad una tensione che, a seconda dei distributori, può variare tra gli 8.4 kVe i 20 kV, per essere immessa poi nella rete elettrica a media tensione.
L'elettricità prosegue su elettrodotti minori su tralicci e pali in aree di campagna, oppure in cavi isolati nel sottosuolo urbano, fino alle sottostazioni di media tensione (cabine secondarie). Nelle cabine secondarie di media tensione (MT) altri trasformatori (con potenze comprese tra 50 e 1000 kW) riducono la tensione al valore finale di consegna all'utente, in Italia 400 V trifase(tre tensioni sulla stessa linea, costituita da tre conduttori).


Tralicci di distribuzione

Da questo punto fino al contatore dell'utente si può parlare di consegna di energia elettrica, la quale avviene utilizzando cavi isolati, o su linee aeree su palo.


Scema ti trasmissione e distribuzione
dell'energia elettrica

La consegna a 230/400 V avviene attraverso un contatore di energia, che ha gli scopi di contabilizzare i consumi per la fatturazione, definire il punto di consegna e offrire una prima protezione contro sovraccarichi e cortocircuiti grazie a un interruttore magnetotermico integrato.

Contatore monofase + neutro                      Contatore trifase + neutro